giovedì 26 gennaio 2012

Gennaio

Ormai è diventata una tradizione: io e mia sorella per Natale ci regaliamo un calendario fatto ad hoc per noi, generalmente con dei bei faccini che ti possano mettere subito il buon umore appena sveglie! Quest'anno l'abbiamo fatto con i nostri attori di telefilm preferiti. Per Gennaio abbiamo scelto lui, Neil Patrick Harris, alias Barney Stinson! Ebbene, mi sono divertita a disegnarlo e mi impegnerò a postare ogni mese l'attore prescelto!!


martedì 24 gennaio 2012

Esplorando nuove direzioni

Ecco qua, come promesso, un'anteprima del mio romanzo!
Buona lettura



Ci sono delle regole che vanno rispettate e delle punizioni da dare quando queste vengono infrante. In genere per queste cose aveva sempre chiuso un occhio, ma era già la terza volta nell'arco di una sola settimana che uno sconosciuto spacciava nella sua zona; era l’ora di mandare un messaggio incisivo. Prese il suo revolver, lo caricò e solo a quel punto l'uomo seduto davanti a lui aprì gli occhi
“Un ottimo tempismo”
<< Hai intenzione di uccidermi?!? >>
Che domanda stupida! Si ritrovava in casa sua legato su una delle sue costosissime sedie del salotto con una pistola puntata alla testa
<< Di certo non sono qui per chiederti come hai intenzione di passare le prossime vacanze di Natale >>
La voce gli uscì con un tono eccessivamente ironico e una cosa del genere non si addiceva molto a un criminale del suo livello ma fortunatamente non ci sarebbe mai stato alcun testimone della scena. L'uomo cominciò a piangere
<< Io ho una famiglia…ti prego non uccidermi >>
Quella voce piagnucolosa gli diede proprio sui nervi
<< Piantala di lagnarti. I tuoi uomini hanno invaso il mio territorio ben tre volte questa settimana. Evidentemente non sei capace di tenerli al guinzaglio. Con la tua morte sono certo che non metteranno neanche l’unghia del proprio piede nella mia zona >>
<< Oh mio Dio, oh mio Dio! Non sparare!!! >>
<< Se hai un Dio, comincia a pregare >>



Faceva ancora molto caldo per essere gli ultimi giorni di settembre e abitare all'ultimo piano non aiuta a sopportarlo meglio. Le prime luci mattutine filtravano dai buchi dell'avvolgibile rotta quando Alan si svegliò. Non fu di certo il sole a strapparlo precocemente dalle braccia di Morfeo, ma una bella lavata di viso fatta dal suo cane Peritas. Erano anni ormai che ce lo aveva ma non si è mai abituato alla sensazione della lingua bavosa che gli scivola dentro le narici.
Si mise a sedere sul bordo letto e a occhi chiusi esplorò il pavimento con i piedi nudi cercando invano le ciabatte...una si trovava nella bocca di Peritas, l'altra probabilmente era finita sotto il letto. Dondolando scalzo come uno zombie andò in cucina per prendere lo snack da dare al cane: l'esperienza gli aveva insegnato che era meglio dare da mangiare prima a lui se non voleva che cominciasse ad abbaiare di prima mattina. Fece colazione si fumò la sua sigaretta del mattino e uscì per andare a correre sul lungomare. Se voleva svegliarsi doveva fare così perchè su di lui la caffeina aveva un effetto ritardato. La giornata era splendida, luminosa; in cielo le nuvole bianche erano sparse qua e là. L'aria calda gli scompigliava gli scuri capelli. Smise di correre solo quando si ritrovò le scarpe piene della quantità giusta di sabbia da poter sotterrare un intero palazzo. Peritas, impaziente, se ne stava seduto accanto al suo padrone, quando improvvisamente iniziò ad andare incontro ad una ragazza che stava correndo verso di loro. Peritas cominciò ad abbaiarle
<< Ma che ca...Peritas piantala e vieni qui! Scusami tanto, non lo fa mai >>
La ragazza aveva capelli castani tagliati corti scalati, il sudore li rendeva più scuri di quel che erano; i suoi occhi vivaci erano grandi e grigi, il naso perfettamente dritto, la bocca aveva labbra carnose. Strizzò gli occhi per via del sole e mostrò uno splendido sorriso
<< Se non lo fa mai vuol dire che è colpa mia >>
Imbarazzato, trovò la prima scusa da dire
<< Ma no, è lui che è un cane stupido! >>
<< Beh, io vado. Buona giornata! >>
Alan la guardò correre via
“Ha anche un gran bel culo”
Diede un'occhiata all'orologio e vide che erano già le otto meno venti. Era in ritardo e doveva subito andare a lavoro.



Al commissariato di polizia Marco se ne stava davanti alla macchinetta ad aspettare che uscisse il suo caffè. Il questore gli passò accanto
<< Ispettore Bacci, De Stefani è arrivato? >>
Diede una rapida occhiata all'orologio
<< A momenti sarà qui, signore >>
<< Quando arriva digli che lo voglio vedere >>
<< Non si preoccupi, lo farò >>
Dopo aver preso il caffè si mise alla sua scrivania e iniziò a girare lo zucchero con tutta calma, in fondo fino a quel momento non c'era nessun caso da risolvere. Erano già due anni che lui e Alan lavoravano insieme nella omicidi e i due andavano molto d'accordo, ma da quanto ricordava Alan era sempre arrivato in ritardo; non lo faceva apposta, semplicemente era fatto così
<< Eccomi qui! Scusa il ritardo >>
Alan lanciò le chiavi della sua bici sulla scrivania
<< Ormai mi ci sono abituato. Il commissario ti vuole vedere >>
<< Come mai? Te l'ha detto? >>
<< No, non mi ha detto niente >>
Marco si gustò il caffè
<< Mmmm...magari è un buona notizia >>
<< Non è mai una buona notizia, specie di lunedì mattin >>
<< Già. Me lo dai un sorsino di caffè? >>
<< Scordatelo scroccone! >>
Con sforzo e sbuffando Alan si alzò dalla sedia. Il collega lo squadrò da cima a fondo con occhio eloquente
<< Alan, vabbè che abbiamo la fortuna di poter vestire in borghese ma quei jeans ormai hanno vita propria >>
Marco colpì un nervo scoperto
<< La lavatrice mi si è rotta e comunque non avrei neanche il tempo per farla, non ho neanche il tempo di andare a cagare, e se volessi neanche quello per morire >>
<< Un fine settimana di merda eh? >>
<< Tra bollette da pagare e mia madre che già si sta organizzando per i regali di Natale.. >>
<< Ma è ancora settembre!! >>
<< Vaglielo a dire! Vabbè speriamo che il commissario abbia una buona notizia da darmi >>



<< Buone notizie De Stefani. Congratulazioni! Hai passato il concorso e da oggi sei ufficialmente ispettore! >>
Alan non credeva alle sue orecchie; possibile che per una buona volta la fortuna aveva cominciato a girare dalla parte giusta?
<< Non ti vedo contento della notizia, o mi sbaglio? >>
Alan si riprese dallo schock
<< Sono stupito commissario, a dire la verità non me l'aspettavo >>
<< Suvvia non fare il modesto. Per inaugurare la tua fresca promozione c'è un cadavere in Via Dei Mille che vi aspetta >>
Alan sorrise
<< Mi pareva strano >>
Il commissario alzò il sopracciglio sinistro
<< Cosa intendi dire? >>
<< Niente, commissario. Sono solo stanco: fine settimana da dimenticare >>



Si era appena alzato il vento quando i due ispettori scesero dall'auto. Gli uomini della Scientifica se n'erano già andati e avevano pure portato via il cadavere in ospedale per l'autopsia. I due superarono il nastro che delimitava quella che si presumeva essere la scena del crimine. Mentre il neo ispettore chiudeva il cellulare l'altro gli chiese
<< Allora? Che dice la Scientifica? >>
<< Che possiamo andare a cagare >>
Marco si guardò intorno: si trovavano in mezzo ad un cantiere allestito per la costruzione di un nuovo palazzo popolare
<< Davvero?!? >>
<< Beh, non proprio ma il tono era quello. Hanno detto che la vittima dai documenti risulta essere Massimiliano Giudici e che con tutta probabilità è morto per un colpo da arma da fuoco alla testa, il tutto dopo essere stato tramortito >>
Alan si avvicinò al solo cartellino giallo con il numero 1 impresso sopra, lì vicino c'era una piccola pozza di sangue
<< Il cadavere doveva trovarsi qui. Sai chi era la vittima? >>
<< Sì, l'ho arrestato per spaccio qualche anno fa prima che tu arrivassi. Lui era quello che controllava l'intero giro della città. Sarà uscito di galera da quanto? Due mesi? E già si ritrova all'altro mondo per un proiettile alla testa. Che coglione! >>
<< Evidentemente ha pestato i piedi a qualcuno. L'unica cosa certa è che non è stato ammazzato qui: troppo poco sangue >>
<< Ma bravo il novellino! Qui non c'è niente per noi. Andiamo a farci un giretto fino a casa sua? Che ne dici? >>
<< Che 'sta volta guido io >>
Maco gli lanciò le chiavi dell'auto e a tutta velocità andarono poco fuori città su di una strada sterrata. La villetta della vittima era imponente in cima alla scogliera e intorno ad essa c'era un terreno di cinque o forse sei ettari ricoperto interamente da pini marittimi e abeti che giganteggiavano su tutta la flora circostante. Le onde del mare cominciarono a schiantarsi con un fragore sempre più forte a causa del vento, quando Alan scese dalla macchina. Pur trovandosi all'aperto si sentiva soffocare, forse a causa dell'umidità crecsente oppure di quella prepotente vegetazione che non dava respiro ai visitatori
<< Questo posto mi da i brividi >> disse << Ha tutta l'aria di essere una casa infestata da spiriti maligni >>
Marco lo guardò stupito
<< Credi nei fantasmi?!? Comunque hai ragione, è un posto inquietante; mi ricorda l'ex manicomio di Volterra >>
Alan gli indicò il portone della villa
<< Ehi guarda, la porta è aperta >>
Cautamente estrassero le pistole e silenziosamente, dopo aver salito l'ultimo gradino della scalinata che portava sotto il porticato, si misero spalle a muro rispettivamente ai due lati della porta d'ingresso. Si guardarono. Marco contò con le dita della mano sinistra: uno, due...
Con una spallata Alan aprì completamente la porta mentre Marco entrava con la Beretta dritta davanti a sè. Si trovarono in un'enorme stanza totalmente bianca che era la sala da pranzo. Sulla parete opposta alla porta d'ingresso c'era una finestra imbrattata di sangue raggrumato; a terra sopra una pozza di sangue c'era una delle sedie del tavolo di ebano ovale che si trovava al centro della stanza. La parete di destra era interamente coperta da una libreria bianca dello stesso candore delle pareti. In fondo alla parete di sinistra scendeva una larga scala che portava al piano di sopra, coi gradini di granito e un corrimano decorato di un finto Art Nouveau. Sulla stessa parete, ma più prossimo all'entrata, c'era un arco che potava a quella che doveva essere la cucina. Dopo aver controllato che in casa non ci fosse nessuno, i due poliziotti tornarono nel soggiorno. Il sangue coagulato cominciava ad emanare un terribile odore di marcio. Marco indicò la finestra stando il più lontano possibile per evitare di inquinare la scena del crimine.
<< Quei raggrumi laggiù, sulla tenda, è il cervello? >>
<< Credo proprio di si, un bel macello, vero? >>
Si appoggiò pesantemente sulla spalla del collega
<< Tu chiama la Scientifica, io intanto vado fuori a vomitare >>
<< Ma quelli mi odiano di già! Se li chiamo di nuovo in così poche ore... >>
Marco si era già precipitato verso l'uscita
<< Ok, però mi devi una birra!....sempre che prima non mi ammazzino quelli della
Scientifica... >>

giovedì 12 gennaio 2012

Assenteismo

È secoli che non posto nulla, lo so! Il fatto è che ora come ora sto scrivendo e devo dire che mi piace molto, e mi dà una certa soddisfazione! Quando avrò finito la storia e l'avrò aggiustata, ne posterò un pezzo così mi dite cosa ne pensate. Non ce la faccio però a non mettere neanche un disegno, quindi beccatevi un arretrato!!!